Favela - l'origine di questo termine, pochissimi brasiliani lo sanno, ancora meno forse noi stranieri.
Le favelas, in Brasile, sono sempre state sinonimo di esclusione sociale. Generalmente si chiama favela un agglomerato composto da abitazioni precarie e ammassate in cui dimora la parte di popolazione urbana a basso reddito. La parola favela trova origine in una pianta tipica della caatinga (savana) del nordest del Brasile che provoca orticaria e prurito alla pelle di chi la tocca. Una delle regioni dove questa pianta è più diffusa è intorno alla località di Canudos(1), nello stato di Bahia, dove si concentrò la resistenza del gruppo di Antonio Conselheiro contro le truppe governative alla fine del secolo XIX. Diversi soldati appartenenti a queste truppe tornarono a Rio de Janeiro presentando macchie sul corpo provocate da queste piante.
Moti di questi ex combattenti, che ricevettero il nomignolo di favelados, finirono per abitare su
una collina del centro antico di Rio de Janeiro, aspettando un aiuto del governo che non arrivò mai. Più tardi, questa collina fu ribattezzata collina della Provvidenza, e il nome della pianta, favela, finì per designare qualsiasi agglomerato di baracche che sorgesse nei grandi centri, prima sulle colline di Rio e successivamente delle altre grandi città brasiliane, che ancora oggi crescono in ritmo frenetico e disorganizzato.
(1) Alla fine del XIX secolo, dei contadini senza terra e degli schiavi anziani, guidati da Antônio Conselheiro fondarono la città di Canudos, nell’interno del sertâo nello stato di Bahia. L’armata federale non è riuscita a domare questo movimento, movimento con caratteri separatisti, millenaristi e mistici nonostante tre spedizioni nel 1897. La storia di questo episodio è stato scritto da Euclides da Cunha nel Os Sertôes, Terra de Canudos, un classico della letteratura brasiliana. Mario Vargas Llosa ne trasse una versione epica ne La guerra del fin del mundo.
Le favelas, in Brasile, sono sempre state sinonimo di esclusione sociale. Generalmente si chiama favela un agglomerato composto da abitazioni precarie e ammassate in cui dimora la parte di popolazione urbana a basso reddito. La parola favela trova origine in una pianta tipica della caatinga (savana) del nordest del Brasile che provoca orticaria e prurito alla pelle di chi la tocca. Una delle regioni dove questa pianta è più diffusa è intorno alla località di Canudos(1), nello stato di Bahia, dove si concentrò la resistenza del gruppo di Antonio Conselheiro contro le truppe governative alla fine del secolo XIX. Diversi soldati appartenenti a queste truppe tornarono a Rio de Janeiro presentando macchie sul corpo provocate da queste piante.
Moti di questi ex combattenti, che ricevettero il nomignolo di favelados, finirono per abitare su
una collina del centro antico di Rio de Janeiro, aspettando un aiuto del governo che non arrivò mai. Più tardi, questa collina fu ribattezzata collina della Provvidenza, e il nome della pianta, favela, finì per designare qualsiasi agglomerato di baracche che sorgesse nei grandi centri, prima sulle colline di Rio e successivamente delle altre grandi città brasiliane, che ancora oggi crescono in ritmo frenetico e disorganizzato.
(1) Alla fine del XIX secolo, dei contadini senza terra e degli schiavi anziani, guidati da Antônio Conselheiro fondarono la città di Canudos, nell’interno del sertâo nello stato di Bahia. L’armata federale non è riuscita a domare questo movimento, movimento con caratteri separatisti, millenaristi e mistici nonostante tre spedizioni nel 1897. La storia di questo episodio è stato scritto da Euclides da Cunha nel Os Sertôes, Terra de Canudos, un classico della letteratura brasiliana. Mario Vargas Llosa ne trasse una versione epica ne La guerra del fin del mundo.