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...siamo arrivati in Brasile nell'ottobre 2007, famiglia numerosa perche' abbiamo quattro figli, l'ultima nata qui in Sao Paulo; innamorati a tal punto di questo paese che non vorremmo mai piu' lasciarlo abbiamo pensato di trasmettere le nostre esperienze anche a voi...

giovedì 18 marzo 2010

Favela - L´origine di questo termine


Favela - l'origine di questo termine, pochissimi brasiliani lo sanno, ancora meno forse noi stranieri.

Le favelas, in Brasile, sono sempre state sinonimo di esclusione sociale. Generalmente si chiama favela un agglomerato composto da abitazioni precarie e ammassate in cui dimora la parte di popolazione urbana a basso reddito. La parola favela trova origine in una pianta tipica della caatinga (savana) del nordest del Brasile che provoca orticaria e prurito alla pelle di chi la tocca. Una delle regioni dove questa pianta è più diffusa è intorno alla località di Canudos(1), nello stato di Bahia, dove si concentrò la resistenza del gruppo di Antonio Conselheiro contro le truppe governative alla fine del secolo XIX. Diversi soldati appartenenti a queste truppe tornarono a Rio de Janeiro presentando macchie sul corpo provocate da queste piante.
Moti di questi ex combattenti, che ricevettero il nomignolo di favelados, finirono per abitare su
una collina del centro antico di Rio de Janeiro, aspettando un aiuto del governo che non arrivò mai. Più tardi, questa collina fu ribattezzata collina della Provvidenza, e il nome della pianta, favela, finì per designare qualsiasi agglomerato di baracche che sorgesse nei grandi centri, prima sulle colline di Rio e successivamente delle altre grandi città brasiliane, che ancora oggi crescono in ritmo frenetico e disorganizzato.

(1) Alla fine del XIX secolo, dei contadini senza terra e degli schiavi anziani, guidati da Antônio Conselheiro fondarono la città di Canudos, nell’interno del sertâo nello stato di Bahia. L’armata federale non è riuscita a domare questo movimento, movimento con caratteri separatisti, millenaristi e mistici nonostante tre spedizioni nel 1897. La storia di questo episodio è stato scritto da Euclides da Cunha nel Os Sertôes, Terra de Canudos, un classico della letteratura brasiliana. Mario Vargas Llosa ne trasse una versione epica ne La guerra del fin del mundo.

San Paolo - città eclettica











San Paolo non è New York e neppure Tokyo, ma possiede qualcosa che non avevamo mai percepito fino a quando non siamo venuti ad abitare. Capitale cosmopolita è la quarta città per grandezza nel mondo (ma considerando le favelas è forse la prima) e la seconda in America Latina - solo la Città´ del Messico ed in competizione (triste competizione direi) con Buenos Aires.
San Paolo è un esempio di prosperità, con i suoi 17 milioni di abitanti che affollano le trafficatissime strade, i grattacieli, i giardini botanici e i sobborghi industrializzati. Una città brulicante di attività lavorative durante il giorno e animatissima di notte, caratteristica che la rende simile ad altre metropoli a noi più vicine come Milano.
Fondata nel 1554, dai missionari gesuiti Manuel da Nóbrega e José de Anchieta, ed ampliata da gruppi di esploratori in cerca di metalli e pietre preziose, San Paolo è oggi un vero punto di riferimento economico e culturale per tutto il Brasile. Nel diciannovesimo secolo, la cultura del caffè raggiunse il suo culmine, con l' arrivo di numerosissimi emigranti dal Portogallo, Spagna, Italia, Russia, Armenia ed Asia e San Paolo fu soggetta ad una rapida espansione urbana. Lo sviluppo, che continua ininterrotto ancora oggi con un ritmo tra i più alti del mondo, ha fatto di San Paolo, città urbanisticamente modernissima, simile alle metropoli nordamericane, non solo il primo centro industriale del Paese, ma anche un centro commerciale e finanziario di primaria importanza. Le più' importanti industrie hanno sede qui o comunque a poca distanza dalla città´. Ci si trovano infatti industrie siderurgiche, meccaniche, tessili, alimentari, dei pellami, delle calzature, del tabacco, della gomma, chimiche, farmaceutiche, cartarie ecc.
“Sampa”, così è chiamata dai suoi abitanti, è la più multietnica delle città brasiliane in quanto meta privilegiata di molti immigranti in cerca di fortuna. Qui si trovano immigranti giunti da tutto il Brasile (Il caso più´ conosciuto e´ proprio quello del Presidente Lula) e da tutte le parti del mondo e tutte le religioni. Sono italiani, giapponesi, arabi, portoghesi, spagnoli, tedeschi e libanesi, che hanno contribuito ad aggiungere colore e sapore al mix di culture che si respira a San Paolo. Molti vivono ancora nelle loro comunità di origine per mantenere la loro cultura e le loro tradizioni. Gente di tutte le origini convivono in perfetta armonia.
La cultura è uno dei capisaldi della città che vive di musica, arte, teatro e università, una delle più importanti ed antiche di tutto il Sud America. Ci sono soltanto nella capitale dello stato di San Paolo, quasi 400 sale di spettacoli (300 cinema e 100 teatri), una decina di centri culturali, 70 musei, e diversi edifici storici.
Un´altra caratteristica di San Paolo è il coltivo della buona tavola, che risente degli influssi multietnici della propria popolazione divenendo lo specchio della cultura di un popolo. Non a caso la città nel 1997 fu insignita del riconoscimento internazionale di “Capitale Mondiale della Gastronomia”. Si può scegliere tra ristoranti giapponesi, italiani e di altre cucine oppure optare per le più tradizionali “churrascarie” dove gustare carne allo spiedo, alla griglia o sui carboni. La Regina dei piatti è sicuramente la “feijoada” (mercoledì e sabato i giorni tipici per mangiarla), pietanza molto saporita e calorica a base di carne di maiale e fagioli neri.
San Paolo è anche una città di estremi. Possiede la terza flotta di elicotteri al mondo, dopo New York e Tokyo: 424 apparecchi che sorvolano continuamente la città più popolosa del Paese, dove oltre mezzo milione di famiglie non dispone neppure di un alloggio degno di questo nome. Ci sono quartieri favela enormi, meno visibili rispetto a Rio perché' non posizionati su colline (i morros) ma comunque visibili appena usciti dal centro. Le dimensioni di queste favelas si percepiscono molto bene sorvolando la città´, fa impressione. Città´ di grandi opportunità´ ma spietata se si precipita... tante le persone che dormono nelle strade del centro sotto cartoni, non debellato il problema dei meninos de rua. A San Paolo per molti la vita e´ difficile ma spesso si sfugge alla miseria e alla mancanza di opportunità´ di altre regioni ¨sfigate¨ del paese. Non esiste miglior città di San Paolo per spiegare com'è fatto il Brasile.
Finisco questo post com uno slogan che definisce in maniera perfetta il ritmo instancabile di questa città: "San Paolo non si può fermare". E' proprio così. Il Paulista ha assimilato bene questo modo di essere e lo segue alla lettera per non perdersi nemmeno una sfumatura di questa eclettica città, di questa grande città.

venerdì 12 marzo 2010

L'AMORE...

...parola dal significato straordinario, ti puo' far toccare il cielo con le dita o farti cadere in una oscura sofferenza. Difficile da incontrare, faticoso da coltivare, e' comunque il sentimento piu' forte che esista al mondo, senza di lui saremmo solo anime perse...io l'amore lo colgo tutti i giorni dagli abbracci dei miei figli e lo vivo ogni istante della mia giornata da quando mi sveglio accanto al mio grande amore a quando vado a coricarmi la notte tra le sue passionali braccia...per poterlo sognare.

venerdì 5 marzo 2010

La vita dei bambini nelle favelas





Di solito, quando si parla dei bambini delle favelas, si pensa ai bambini di strada. Nei grandi centri urbani del Brasile, come Rio de Janeiro, São Paulo, Salvador e Fortaleza ci sono anche i bambini di strada, meninos/meninas de rua, ma non vivono nelle favelas, sono bambini abbandonati, senza casa che vivono nelle parti urbanizzate di queste grandi città, che escogitano stratagemmi per sopravvivere e sniffano colla per allontanare la fame.
Oppure i bambini delle favelas sono spesso associati al fenomeno della prostituzione minorile. Certamente anche a Rio, Salvador e Fortaleza la piaga della prostituzione minorile è presente, ma non nelle favelas, bensì nelle zone turistiche, quali il lungo mare di Copacabana, e le orle marittime di Salvador e Fortaleza.
I bambini del morro, cioè i bambini delle favelas - in quanto le favelas sono per la maggior parte costruite sulle colline, morro - vivono un altro dramma, sconosciuto al mondo occidentale e alla stampa internazionale e trascurato dal governo sia federale che regionale. Si tratta del coinvolgimento dei bambini nelle guerre per il controllo territoriale del traffico della droga conteso tra le diverse fazioni, quali il Comando Vermelho, Terceiro Comando e Amigos dos Amigos.
Stiamo parlando di migliaia di bambini coinvolti in qualità di: soldado, olheiro (osservatori/guardiani), fogueteiro (sentinelle), mensageiro, vapor (venditori) e perfino donos de boca (capi banda).
È sconcertante notare come a poche centinaia di metri dai quartieri benestanti di queste grandi città, esista un altro mondo, dove gli adolescenti fanno la guerra con kalasnikov e bazooka. Due mondi che si sfiorano ma radicalmente diversi. Due realtà che si mischiano solamente, quando la ricca borghesia si avventura nelle favelas per comprare una dose di “vita artificiale”: cocaína, marijuana e crack, la più devastante delle droghe, dietro il cui commercio si cela una guerra che dal 1987 a oggi ha sottratto la vita a piu di 5.000 bambini. È una guerra giornaliera combattuta dagli adolescenti che uccide piú bambini di quelli che muoiono nella maggior parte dei conflitti riportati nei notiziari televisivi; vittime delle guerre tra i vari commando della droga o con la polizia; uccisi per non avere rispettano gli ordini dei loro superiori, e in molti casi vittime innocenti colpite a morte da pallottole di rimbalzo o ammazzati durante le incursioni e le esecuzioni sommarie della polizia. È importante dire che i bambini che crescono nella situazione di povertà delle favelas, hanno accesso a una istruzione e assistenza sociale di dubbia qualità, a limitatissime opportunità professionali, vivono in situazioni familiari difficilissime e soprattutto mancano loro modelli positivi. Un elevato numero di questi adolescenti - cresciuto senza la figura del padre, o perchè il padre è in prigione o in quanto figli di ragazze madri. Nella maggior parte dei casi, la ragione per la quale si decide di essere coinvolti nel traffico della droga è dovuta alla mancanza di alternative. Queste bambini non sono obbligati, accettano e cercano di essere coinvolti perchè non dispongono di altre opportunità professionali,di sviluppo sociale e di modelli da seguire. Sono i donos de boca (manager locali del traffico della droga) che si fanno da esempio. Lavorare per loro vuol dire guadagnare facilmente e avere un arma in mano quello che basta per ottenere il rispetto di tutta la comunità. È importante far notare che i donos hanno anche un importantissimo ruolo nella favela nell´assicurare ordine e sicurezza. Nelle favelas, infatti, stupri e furti sono quasi inesistenti, grazie all´ordine garantito dai donos, in quanto rappresenterebbero un disturbo ai loro traffici. Allo stesso tempo sostengono anche
la vita sociale delle loro comunità organizzando feste ed eventi goliardici.
Tutto questo in cambio del loro silenzio. Essere coinvolti è semplice, incomincia con una offerta del tipo “ti do venti dollari (40 reais) se porti questa busta a quella persona laggiù”, oppure “ti do venti dollari se controlli se arrivano dei poliziotti e nel caso in cui li vedi arrivare, fai partire un fuoco d´artificio”. Si inizia a lavorare come olheiro o fogueteiro (sentinelle), in seguito si diventa soldado e in alcuni casi si può diventare addirittura dono. Si guadagna bene, permettendo non solo di sfamare le loro famiglie ma anche di poter comprare le « nike » e impressionare le ragazze quando si va ai baile funk. È drammatico sapere che tanti di questi ragazzi non vogliono lasciare il proprio « lavoro ». Un elevatissimo numero di adolescenti si trova ad avere già due bambini con due ragazze diverse. In alcuni casi concepiti “giocando al trenino” tanto di moda durante i baile funk, dove rapporti sessuali senza protezioni, si alternano alle danze e alle canzoni che invitano a stupri e lotte mortali.
Trasmesso recentemente alla televisione cidade de deus,il film Cidade de Deus, tratta proprio di questa problematica - i bambini coinvolti nella violenza armata organizzata. Cidade de Deus, prende il nome da una delle favelas di Rio e, a detta degli stessi bambini delle favelas, descrive in modo estremamente realistico la vita di questi ragazzi, il commercio della droga, la corruzione generalizzata della polizia, le esecuzioni sommarie, i combattimenti, la mancanza di alternative, e il rapporto particolare con la morte. E come già detto, il rischio di morire per questi bambini è altissimo. Ho saputo recentemente che questa problematica fortunatamente non è stata dimenticata dalle organizzazioni non governative, in particolare dall´organizzazione Viva Rio, che da diversi anni lavora con questi bambini com l´obbiettivo di trovare delle iniziative e misure per migliorare la protezione di bambini coinvolti in questa piaga.
Al fine di arginare il fenomeno, occorre proprio offrire ai bambini delle favelas un modello di vita e opzioni professionali alternative per farli uscire dal rischio di cadere nel traffico mortale della droga. Per ultimo, il mio desiderio è che questi bambini non fossero dimenticati dall´abbraccio che la famosa statua del Cristo Redentore costruito sulla cima del Corcovado regala a tutta la città di Rio e a tutto il Brasile.

venerdì 26 febbraio 2010

...perchè in verità non siamo mai soli c'è sempre qualcuno attorno a noi pronto a donarci il suo amore, basta solo aprirgli la porta del nostro cuore, e saperlo amare...

giovedì 25 febbraio 2010















Il caos nelle Favelas
Le favelas brasiliane bruciano. Non si contano più gli atti di violenza e gli scontri a fuoco tra i gruppi criminali e i militari inviati dallo Stato.
Rio de Janeiro rappresenta l’epicentro di una vera e propria guerra tra la polizia militare e le bande armate che combattono per il controllo del territorio.
Le associazioni che operano nel campo dei diritti umani chiedono l’immediata fine delle violenze commesse dalla polizia, contestano le politiche repressive del governatore dello stato di Rio de Janeiro Sérgio Cabral (Democratas) e sottolineano le responsabilità istituzionali: l’intervento nelle favelas per porre fine al conflitto tra bande armate criminali rivali ha rappresentato il cavallo di Troia per giustificare un’occupazione poliziesco-militare a tempo indefinito di ampie porzioni di territorio su cui vivono le comunità più povere della società brasiliana.
La realtà delle favelas presenta molteplici sfaccettature, tutte accomunate dallo stesso capro espiatorio, la gente comune, che deve guardarsi dagli scontri a fuoco tra le organizzazioni criminali, dalla presenza delle milicias (veri e propri gruppi paramilitari), e dalla violenza della polizia che considera tutti gli abitanti delle singole comunità come delinquenti.
In grande parte delle favelas di Rio di Janeiro, le milizie controllano tutta la vita delle favelas. Sono composte da gruppi di ex agenti di polizia, guardie carcerarie e delinquenti comuni che offrono sicurezza agli abitanti, impongono il pizzo e cercano di infiltrare loro affiliati (talvolta con successo) nelle istituzioni al fine di raggiungere un potere assoluto sul territorio a livello economico e politico. Sono riusciti ad affiancare e spesso ad eliminare i narcotrafficanti nel controllo delle favelas.
Tuttavia la presenza delle milizie rappresenta, solo una causa delle difficili condizioni in cui vivono gli abitanti delle favelas. Un'inchiesta di Raphael Gomide giornalista presso la Folha de São Paulo che ha partecipato ad un corso di reclutamento della polizia militare dello stato di Rio de Janeiro per capirne l’origine della violenza, ha mostrato uno scenario sconvolgente. Il reportage, pubblicato a settembre da Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, ha svelato la vita di uomini che “per 300 euro al mese affrontano la morte, ma che anche troppo spesso la provocano”.
L'attuale governatore di Rio de Janeiro è stato spesso accusato d'eccessiva militarizzazione con l’invio nelle favelas di una forza militare denominata Polícia Pacificadora che di fatto ha occupato a tempo indeterminato il territorio a sud della città dove sorgono numerose baraccopoli. La politica repressiva verso gli abitanti delle favelas, in particolare quelli di Rio, è testimoniato dalle continue affermazioni dello stesso Cabral, che più di una volta li ha assimilati totalmente ai narcotrafficanti, giustificando così le violenze della Pm e gli interventi del Bope ("Batalhão de Operaçoes Policiais Especiais "). Mi auguro veramente che queste missioni della polizia siano delle vere missioni di pace e che il concetto di bandido non sia sinonimo di favelado e che i casi di morti per balas perdidas non sia mai all"ordine del giorno. L’occupazione delle favelas ad opera della polizia dovrebbe essere sempre svolta ad una supposta pacificazione delle faide tra bande rivali o ad un’azione di prevenzione contro il traffico di droga. In un contesto come quello delle favelas, in cui la maggior parte delle persone restano ai margini della società, sono disoccupate e quindi finiscono per rappresentare un’invitante manodopera per la criminalità di qualsiasi tipo, sarebbe importante lo sviluppo di vere azioni nella formazione di una polizia civile che lavori nell’interesse delle comunità più povere.

Proprio nelle favelas non mancano esperienze significative di vita e lavoro comunitario. Un esempio è la nascita dell’Agência de Notícias das Favelas (Anf), lanciata dalla ong Casa da Cidadania in collaborazione con sociologi, antropologi e formatori professionali. Prima agenzia al mondo ad occuparsi della situazione delle favelas che contribuisce a che sia fatto un passo avanti ed un tentativo in più per restituire dignità e diritti ai suoi abitanti e migliorarne la loro percezione all’esterno per distruggere i muri di pregiudizio e costruire ponti di contatto con le città in cui sono inserite e le istituzioni, sempre se lo vorranno.

martedì 23 febbraio 2010

Le "churrascarias"


L'Italia avra' da raccontare per quanto riguarda l'invenzione e la preparazione della "pizza" ma il Brasile è sicuramente il precursore ed il migliore posto al mondo dove incontrare le "churrascarias" , ristoranti tipici le cui specilalita'servite sono piatti di carni varie, grigliate. Questa tradizione esiste da più di tre secoli, ebbe inizio nel Rio Grande du Sul, dove gli antichi mandriani,"gaùchos",durante i loro lunghi viaggi, per riposare e mangiare, grigliavano lentamente grandi pezzi di carne infilzati in grossi spiedi, conficcati nel suolo; ad oggi viene ancora mantenuto questo tradizionale metodo di cottura. In questi ristoranti vengono inoltre serviti ricchi buffet di insalate e piatti tipici brasiliani, normalmente aperti tutto il giorno, possiamo trovare persone che entrano a pranzare o cenare alla quattro del pomeriggio; il "rodizio" , ossia il servire ininterrottamente questi svariati tipi di carne, non termina fino a che il cliente non decida di smettere o di fare una pausa...meraviglioso paradiso per gli amanti della carne, un peccato non sperimentare.

domenica 21 febbraio 2010

Samba a Rio



Dopo una giornata di spiaggia á Rio, finite la serata al CCC ("Centro Cultural Carioca"), che si trova all´interno di un splendido edificio degli anni 20, per ascoltari concerti dal vivo al secondo piano o scatenarsi al ritmo della samba fino all´alba.

Noi ci siamo stati, martedi 16/2, ultimo giorno di carnevale. Appuntamento con il "Baile do Bispo", excelente gruppo di samba.

Caipirinha nota 10.

Da non perdere. Per gli interessati ecco l´indirizzo : CCC - Rua do Teatro, 37.


sabato 20 febbraio 2010

San Remo 2010 - il basso livello della televisone publica italiana

Non é lo scopo di questo blog che é sicuramente dedicato a delle matérie che consideriamo di buon livello almeno sul punto di vista intellettuale. Ma non posso non dedicare qualche riga a quello che considero l'apice della vergogna publica italiana - il Festival de San Remo 2010. Il poco che ho assistito del programma (poco perché ho subito cambiato canale) mi ha permesso di arrivare a questa conclusione : Programma Vergognoso!!!!!!! I soldi degli italiani dovrebbero essere impegnati per scopi di piu alto concetto. E' una pena vedere che esiste ancora questo basso livello professionale nella televisione publica italiana (compreso la inapropriata condutrice del programma). Mi vergogno di essere un passionato dall'Italia.

venerdì 19 febbraio 2010

L'arte in Brasile

Per conoscere e meglio apprezzare il Brasile, non solo ma anche attraverso i viaggi è importante impararne la storia, gli usi e costumi attraverso la loro arte, la letteratura e la loro musica, tutto questo è espressione di un popolo.

I Portoghesi e gli Spagnoli hanno fatto conoscere a noi europei nel corso della storia, il Brasile, ma i brasiliani già erano in possesso di uno dei più antichi segreti, quello della "felicità"; in questa terra paradisiaca vive questo popolo misturato nei secoli, sia nel corpo che nell'anima, dalla continua mescolanza di numerose razze (portoghese, spagnola, francese, italiana, indios, nativi, asiatici...), tutto cio' ha contribuito a definire la nuova entità etnico-nazionale di questo fenomenale popolo che sono, i "brasiliani". Io essendo pittrice ho iniziato a viaggiare per questo paese anche attraverso l'arte ricercando e apprezzando gli artisti che hanno, nel corso della storia, creato le fondamenta e la struttura cognitiva di questo popolo, per meglio raccontarvelo per farvene più innamorare. Impossibile quindi viaggiare per il Brasile senza essere colpiti dalla sua prorompente arte espressiva, ogni posto che visitereta avra' sicuramente uno scenario di artisti che racconteranno di quella terra.

giovedì 18 febbraio 2010

Visita alla foresta di Tijuca














Fantastica visita alla Floresta da Tijuca! Considerata la piu grande foresta urbana del mondo, localizzata proprio nel cuore di Rio de Janeiro, la Floresta da Tijuca é tutto cio che rimane della foresta pluviale atlantica che un tempo circondava Rio de Janeiro. Difficile immaginare un contrasto piu netto e spettacolare : la giungla di cemento, dei posti piu famosi di Rio ed il verde di questa foresta. Una vera esplosione di verde, con splendidi alberi centenari, torrenti, cascate, zone montuose, e vette imponenti.
Abbiamo pottuto osservare, anche se da lontano, qualche specie di animale selvaggio, tra cui diversi tipi di uccelli, iguane e scimmie in pieno habitat naturale.
Importante saperlo:

1) il Parco della Tijuca é sempre aperto ai visitatori, pero l'ingresso nel Parco con le macchine é soltanto autorizzato nei giorni non festivi. Se potete, approfittate per visitare la foresta proprio in questi giorni (non festivi) - meno gente, giornate ideali per visitare quest'opera magnifica della naturezza.
2) fate una visita a Santa Teresa quartiere pittoresco (il nostro preferito a Rio).

giovedì 11 febbraio 2010

Trancoso...incantatore!




Quattro destini della regione più "baccana" e molto amata della Bahia: Trancoso, Espelho, Porto Seguro e Abrolhos.


Trancoso ex villaggio di pescatori a sud di Porto Seguro, in Bahia, dove nell' alta stagione si vedono i prezzi lievitare cosi in alto da sembrare di essere nella capitale paulistana del Brasile.
Qui infatti è da tempo che gli abitanti hanno tralasciato il vecchio lavoro della pesca perché più remunerativo soddisfare le esigenze e badare alle case, della gente ricca che sta popolando sempre più questo pezzo di paradiso.
Trancoso é entrato a far parte delle mete VIP dell'alta società mondiale, frequentato da Naomi Campbell, dalla stilista Diane von Furstenberg e molti altri famosi brasigliani.
I turisti al loro primo viaggio non possono notare cosa si nasconde dietro quella piazzuola sterrata contornata da minuscole casette colorate dominate al centro dalla chiesa secolare, chiamato Quadrado; dietro questo incanto di storia emergono le abitazioni da favola dove si rifugiano i paolistani e cariocas, chiques, i nuovi negozi griffati e i mini hotel super-esclusivi come il JACARE' do Brasil Casas a il UXUA. questi due hotellini meritano un capitolo a parte, uno quasi di fronte all'altro, entrambi nel Quadrado, simbolizzano quello che il denaro ha fatto di buono o di male, per Trancoso.
Trancoso è un posto raro ben preservato, dove il nuovo si integra con il vecchio senza rovinarne lo charme originale; ma cos' ha di tanto magico questo posto da far innamorare tutti coloro che lo visitano...sara' che Trancoso è così incredibile perchè non servono la farofa e non siedi su seggiole di plastica in riva al mare bevendo la tua birra all'ombra di un ombrellone che espone il marchio "brahma"come a Rio, o perché si gira giorno e notte, indifferentemente, indossando infradito e ascoltando toccate di forro' mentre i giovani nativi al tramonto si riuniscono nel Quadrado, vicino alla secolare chiesetta, per giocare a calcio...tutto qui assume un aria di serenita' e di pace, si puo' ancora respirare la Bahia autentica senza tralasciare un buon espresso dopo cena o il dormire in comode lenzuola di cotone bianco.


mercoledì 10 febbraio 2010

ricetta della settimana...



BRIGADEIRO





Il brigadeiro è un dolce brasiliano, creato nella decada degli anni '40 in onore a Brigadeiro Eduardo Gomes, da cui presero il nome, candidato alla presidenza della republica. Furono organizzate feste per promuoverne la candidatura e vennero serviti anche questi dolci.



ingredienti:
  1. 500 gr. di latte condensato


  2. un cucchiaio grande di margarina (senza sale)


  3. 7 cucchiai grandi di ovomaltina o 4 cucchiai di cioccolato in polvere


  4. cioccolato granulato per fare successivamente le palline
preparazione:
  • collocare in una pentola fonda il latte condensato il cioccolato in polvere e la margarina


  • cucinare a fuoco medio sempre mescolando


  • cuocere fino a quando il brigadero non inizia ad attaccarsi al bordo della pentola


  • lasciar raffreddare, ungersi le mani con della margarina ed iniziare a fare delle palline grandi come nocciole per poi rotolarle nel cioccolato in granuli


  • collocarle nelle formine che incontrate in quelsiasi supermercato
Potete usare anche come copertura o del cocco in polvere esiccato o del cioccolato in granuli multicolor o frutta secca macinata.



martedì 9 febbraio 2010



Rio, una città felice.
Rio de Janeiro, la capitale del turismo brasiliano, citta meravigliosa contornata da scenari di eccezionale bellezza ed unici a cui non si riesce a resistere, difficile non esserne conquistati; i suoi abitanti sono i più cordiali del mondo, lo spirito "carioca", non a caso definita una della sette mareviglie del mondo. La metropoli carioca non ha fatto fatica a conquistarsi il podio della felicità...E quando si parla di Rio non si può non pensare allo spettacolare Carnevale, noto a tutti e non solo da chi effettivamente vi ha partecipato. Così come la Provenza Francese è famosa per la sua lavanda, Cuba per il suo rum, Rio lo è per il frizzare di vitalità e colori che la città vive nel momento più atteso dell'anno...il carnaval.
A Rio de Janeiro non si incontra persona che non sappia danzare, il ballo è la loro natura, ed il carnevale la massima espressione, essendo infatti la festa più attesa dell'anno e non solo dai turisti che vi giugnono a migliaia, ma anche dalle scuole di samba. Per i brasiliani è una vera passione che fluttua nelle loro vene e pulsa nei loro cuori.

domenica 7 febbraio 2010


Vamos estar là.

Saremo li.

Nous serons là.

We will be there.

venerdì 5 febbraio 2010

Banconote brasiliane cambiano aspetto

Note da 50 e 100 Reais inizieranno a circolare gia' nel primo semestre di questo anno, con modifiche nel designer per impedirne la falsificazione.
Faranno parte di una nuova famiglia di banconote brasiliane che nel tempo predomineranno sulle vecchie, ora in uso.
Sono state inizialmente scelta le banconote da 50 e 100 Reais perchè sono le preferite ad oggi dai falsari, per il prossimo anno gia' staranno circolando anche quelle da 10 e 20 Reais, ed entro l'anno 2012 vedremo le banconote da 2 e 5 Reais.
Questo cambio di aspetto della moneta brasiliana avverra' dentro un contesto di stabilita' economica, non si avra' per cio' un cambio del valore monetario, non sara' influenzato il tasso d'inflazione.

giovedì 4 febbraio 2010

Ricetta dalla settimana


Feijoada

rendimento per 20 persone

tempo di preparazione 2h 30min


ingredienti:


  1. 1 Kg di fagioli neri

  2. 100 gr di carne secca

  3. 70 gr di orecchia di maiale

  4. 70 gr di codino di porco

  5. 100 gr di salsiccia paio

  6. 150 gr di salsiccia tipo soprafino

  7. 3 foglie di alloro

  8. 6 spicchi di aglio

  9. pepe a gusto

preparazione:



  • Collocare la carne a bagno maria per 36 ore ricordando di cambiare l'acqua diverse volte

  • collocare anche i fagioli a bagno maria durante la notte

  • tagliare a pezzetti le salsiccie e collocarle nella pentola a pressione insieme con i fagioli e la propria acqua per circa 40 min, aggiungendo l'alloro

  • cuocere separatamente la carne secca fatta in pezzettini con orecchia e codino, per 40 min circa

  • collocare poi il tutto nella pentola a pressione con i fagioli e lasciare riposar

  • frittare e dorare l'aglio tritato ed aggiungerlo al tutto e cuocere per altri 15 min circa

Accompagarla con riso bianco, arance, bistecche, farofa


mercoledì 3 febbraio 2010

Elezioni Brasile 2010




Nel 2010 il Brasile avrà un nuovo presidente. L'appuntamento con le urne è fissato per il 3 ottobre, giorno in cui 131 milioni di brasiliani sceglieranno la guida della nazione per i successivi quattro anni, oltre a governatori, senatori e deputati, statali e federali.

Pare ormai chiaro che le elezioni presidenziali dell’ottobre del 2010 saranno incentrate in una sfida a due tra il governatore di San Paolo, José Serra, elemento di punta del fronte moderato, e la ministra della Casa civile, Dilma Rousseff, designata dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva alla propria successione. In base agli ultimi sondaggi, il paulista sfiora il trentotto per cento dei consensi, mentre la petista appare in decisa rimonta, e se si votasse oggi conquisterebbe il diciassette per cento dei voti validi.

Molto in ritardo il socialista Ciro Gomes e la pasionaria verde Marina Silva, cui sono accreditati rispettivamente il tredici ed il sei per cento dei suffragi.

Le donne brasiliane




Il nome Brasile deriva dal principale prodotto esportato dal paese fin dall'epoca Coloniale, il PAU-BRASIL, pregiato legno rossastro dal quale si estrae una sostanza di colore rosso, molto utilizzata per le tinture.
Non ci si può non innamorare del Brasile, sia per la magneficenza dei paesaggi naturali che per la cordialità e semplicità della gente che lo popola.
Qui si respira un'aria unica, frizzante, piena di vita e rica di tanta umiltà...

In ogni posto che abbiamo visitato le persone ci hanno sempre accolto come se fossimo di famiglia.
Il Brasile é la terra delle feste, dei balli, delle danze sensuali, famoso per il suo ineguagliabile Carnevale ; turristi accorrono in massa ogni anno, da ogni parte del mondo per poterlo assistere e soprattutto per godere della presenza delle muse della Samba.
Le donne brasiliane rispechiano uno stereotipo ben differente da quello della donna europea; la loro bellezza deriva certamente dalla mescolanza di popoli ed etnie europee, africane , indios , che hanno per secoli colonizzato questo paese; per questo motivo si incontranno donne brasiliane dalla carnagione mulatta o più scura o molto più chiara, così come è molto variabile il colore degli occhi e dei capelli.
Femminilità e sensualità, qui in Brasile sono sinonimi di "formosa" e "forte", così come si presentano ai turristi le dee della Samba, donne energiche e muscolose, corpi che non possono assolutamente permetersi di rimanere a dieta, ; per avere sufficente forza e resistenza fisica durante il periodo pre-carnevalesco é necessaria una preparazione atletica non indiferente supportata da una preparazione anche alimentare, arrichita di proteine. Solo in questo modo le muse della samba riescono a regalarci spettacolari danze mentre sfilano per le vie del carnevale.